Troppe volte ci è capitato di essere chiamati per una visita o un’esame diagnostico (ecografia, eco-color-Doppler, ECG ecc.), al domicilio di un paziente che, uno-due mesi prima, era stato dimesso da un ospedale o da una struttura di riabilitazione intensiva e che, da allora, per i soliti meccanismi burocratico-organizzativi non efficienti, ha soggiornato a casa propria, passando dal letto alla poltrona e niente più, interrompendo il percorso di riabilitazione e cura.

Tutti gli iniziali benefici di una riattivazione precoce svaniti!
Nuovamente tutte le conseguenze della immobilizzazione:
gli arrossamenti della cute o le vere e proprie ulcere da pressione.
La perdita di massa e tono muscolare.
La regressione della capacità di essere sufficientemente autonomo nelle comuni attività domestiche.
Il rallentamento del recupero fisico, cognitivo e dell’umore dopo l’evento (traumatico, cardio e cerebrovascolare, ictus o infarto).
Tutto questo perché il lavoro a domicilio non è stato sufficientemente tempestivo, sufficientemente intensivo, sufficientemente integrato e multidisciplinare come le condizioni del paziente richiedevano.
Il tempo in questo caso non è denaro ma salute!

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